Pubblicato da webmaster | 04:39



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SICUREZZA DELLA SCENA

Pubblicato da webmaster | 04:55


Prima di iniziare il soccorso, è necessario valutare la presenza di eventuali pericoli ambientali (fuoco, gas infiammabili o tossici,cavi elettrici…) in modo da prestare il soccorso nelle migliori condizioni di sicurezza per la vittima e sopratutto per il soccorritore. Con l’esclusione di un reale pericolo ambientale, il soccorso deve sempre essere effettuato sulla scena dell’evento, evitando di spostare la vittima.
L’uso del defibrillatore non è sicuro se la cute del paziente è bagnata o se vi è acqua a contatto con il paziente o con il DAE.


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MORTE CARDIACA IMPROVVISA

Pubblicato da webmaster | 04:54


MORTE CARDIACA IMPROVVISA
E’ un evento naturale dovuto a cause cardiache, preceduto da un’improvvisa perdita di coscienza, che si verifica entro un’ora dall’inizio della sintomatologia acuta, in un soggetto con o senza cardiopatia nota preesistente, in cui l’epoca e la modalità di morte sono imprevedibili.
Talora preceduto da segni premonitori, l’evento si verifica nella maggioranza dei casi come prima manifestazione della cardiopatia ischemica. In caso di infarto miocardico acuto (IMA), l’incidenza delle aritmie responsabili dell’Arresto Cardiaco (AC) è massima durante le prime ore dall’insorgenza dei sintomi; si stima che circa il 50% degli infarti miocardici sia complicato da arresto cardiaco.
L’AC è un fenomeno drammaticamente rilevante; si calcola che l’evento si verifica, in ambiente extraospedaliero, in circa 1 persona su 1000 per anno (circa 55.000 eventi/anno soltanto in Italia); attualmente la percentuale di sopravvivenza dopo AC è solo il 2-3%.
Il numero di decessi è rilevante e di gran lunga superiore alle morti per carcinoma polmonare, AIDS o incidenti stradali. Il 70-80% di tali eventi avviene nelle abitazioni private; circa il 65 % degli arresti cardiaci avviene in presenza di testimoni.
CAUSE DI ARRESTO CARDIACO
Nel 90% dei casi, la causa è riferibile a malattie cardiache : cardiopatia ischemica (85%),Cardiomiopatia Dilatativa / Ipertrofica (10% ), Cardiopatia Ipertensiva / Valvolare (5%), Sindromi Aritmogene Ereditarie (5%). Solo nel 10% la causa è extracardiaca (grave insufficienza respiratoria, emorragie, ecc.).
L’aritmia responsabile determina un sovvertimento completo della attività elettrica del cuore con brusca interruzione dell’attività della pompa cardiaca. La defibrillazione elettrica è l’unica terapia in grado di correggere questa aritmia, creando i presupposti per il recupero di un ritmo valido, con conseguente ripristino dell’attività contrattile del cuore.
LA CATENA DELLA SOPRAVVIVENZA
La sopravvivenza in caso di arresto cardiaco dipende dalla realizzazione della corretta sequenza di una serie di interventi. La metafora, coniata dall’American Heart Assiociation “Catena della Sopravvivenza” esprime, in modo sintetico e facilmente memorizzabile, l’approccio universalmente riconosciuto, all’AC, sottolineando l’importanza della sequenza e della precocità degli interventi salvavita. La catena della sopravvivenza è costituita da 4 anelli concatenati tra loro: la mancata attuazione di una delle fasi porta inevitabilmente all’interruzione della catena riducendo in modo drastico le possibilità di portare a termine con esito positivo il soccorso.
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I 4 anelli della catena sono:
• 1° anello 􀃆 ALLARME PRECOCE: attivazione precoce del sistema di emergenza (118) in caso di crisi cardiaca allo scopo di prevenire l’arresto cardiaco.
• 2° anello 􀃆 RCP PRECOCE: inizio precoce delle procedure di Rianimazione Cardio Polmonare per guadagnare tempo e ridurre il danno anossico cerebrale
• 3° anello 􀃆 DEFIBRILLAZIONE PRECOCE: utilizzo precoce del DAE per far ripartire il cuore
• 4° anello 􀃆 ALS PRECOCE: tempestiva applicazione delle procedure di soccorso avanzato (ALS: advanced life support) per ripristinare una buona qualità di vita.
FINALITA’ DEL BLS-D
Lo scopo del BLS (basic life support, ossia sostegno delle funzioni vitali) è quello di riconoscere prontamente la compromissione delle funzioni vitali e di sostenere la respirazione e la circolazione attraverso la ventilazione bocca a bocca o bocca–maschera ed il massaggio cardiaco esterno fino all’arrivo di mezzi efficaci per correggere la causa che ha prodotto l’AC.
In assenza di circolazione il primo organo che va incontro a sofferenza da carenza di ossigeno è il cervello, dopo 4-5 minuti iniziano i primi danni, che diventano irreversibili dopo 8-10 minuti.
L’obiettivo principale del BLS è quello di prevenire i danni anossici cerebrali attraverso le manovre di rianimazione cardiopolmonare (RCP) che consistono nel mantenere la pervietà delle vie aeree, assicurare lo scambio di ossigeno con la ventilazione e sostenere il circolo con il massaggio cardiaco esterno.
La funzione del DAE (Defibrillatore semiAutomatico Esterno), consiste nel correggere direttamente la causa dell’AC, pertanto il BLS-D crea i presupposti per il ripristino di un ritmo cardiaco valido ed il recupero del soggetto in AC.
La tempestività dell’intervento è fondamentale in quanto bisogna considerare che le probabilità di sopravvivenza nel soggetto colpito da AC diminuiscono del 7-10% ogni minuto. Dopo dieci minuti dall’esordio dell’AC, in assenza di RCP, le possibilità di sopravvivenza sono ridotte quasi a zero; è intuibile pertanto l’importanza della presenza di eventuali testimoni.


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B L S D

Pubblicato da webmaster | 04:49


Il termine BLS-D sta per Basic Life Support Defibrillation ed identifica il corso che fornisce,a personale sanitario e non, la formazione specifica per intervenire in aiuto ad una o più persone colpite da Morte Cardiaca Improvvisa.

Grazie al perfezionamento del Defibrillatore Semiautomatico Esterno, in grado di analizzare autonomamente il ritmo cardiaco e la necessità della defibrillazione, è stata approvata in Italia la Legge n° 120 del 3 aprile 2001 il cui art. 1 recita:Art. 1. E’ consentito l’uso del defibrillatore semiautomatico in sede extra-ospedaliera anche al personale sanitario non medico, nonché al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nella attività di rianimazione cardio-polmonare.

Il corso di Primo Soccorso con Defibrillatore (BLS-D) ha il duplice obiettivo di:

- fornire un aggiornamento al personale sanitario- promuovere la formazione di addetti al primo soccorso aziendale e di personale non sanitario, comuni cittadini, definiti “laici”.

Lo scopo è quello di avere il più ampio numero possibile di persone in grado di intervenire in aiuto di cittadini colpiti da morte cardiaca improvvisa, aumentando così le possibilità di sopravvivenza.

L’obiettivo del BLS-D, quindi, è di far si che un cittadino comune, presente alla Morte Cardiaca Improvvisa, sia in grado di attivare il sistema di emergenza territoriale, di reperire, applicare ed attivare correttamente il defibrillatore presente in loco, ed iniziare le manovre di rianimazione cardiopolmonare di base.

Le capacità tecniche ed operative nel praticare la rianimazione cardiopolmonare di base e la defibrillazione con Defibrillatore Semiautomatico sono fondamentali.

La formazione, l’allenamento e il retraining consentono all’esecutore di mantenere delle ottime prestazioni in caso di reale intervento per morte cardiaca improvvisa.

Il corso BLS-D ha una durata di 8 ore e comprende una parte teorica e l’addestramento pratico con manichino e Defibrillatore Semiautomatico.

Il programma è così articolato:

- Riconoscimento della morte cardiaca improvvisa

- Attivazione della catena della sopravvivenza

- Richiesta di aiuto

- Pericoli per il soccorritore

- Sequenza operativa e tecniche A (air way), B (breathing), C (circulation) del Basic Life Support

- Valutazione della vittima e della scena

- Posizionamento della vittima. Apertura e controllo delle prime vie aeree

- Valutazione dei segni vitali ( respirazione e polso carotideo)

- Massaggio cardiaco esterno – Ventilazione artificiale senza e con presidi

- Posizione laterale di sicurezza

- Defibrillazione precoce con l’utilizzazione di un Defibrillatore Semiautomatico Esterno

- Tecniche e procedure in caso di ostruzione parziale o totale delle prime vie aeree, sia con paziente cosciente che con paziente incosciente

Addestramento pratico al BLS:

- Rianimazione cardiopolmonare con soccorritore privo di presidi

- Rianimazione cardiopolmonare con due soccorritori

- Tecniche di posizionamento della vittima

- Tecniche di disostruzione manuale delle prime vie aeree in caso di soffocamento da corpo estraneo (colpi interscapolari, manovra di Heimlich)

- Procedura in caso di paziente privo di coscienza

Addestramento pratico alla Defibrillazione precoce:

- Rianimazione cardiopolmonare con 2 soccorritori e l’utilizzazione del Defibrillatore Semiautomatico immediatamente presente sulla scena di morte cardiaca improvvisa testimoniata.

- Rianimazione cardiopolmonare con 2 soccorritori e l’utilizzazione del Defibrillatore Semiautomatico disponibile dopo alcuni minuti sulla scena di morte cardiaca improvvisa testimoniata

- Rianimazione cardiopolmonare con 2 soccorritori e l’utilizzazione del Defibrillatore Semiautomatico in caso di morte cardiaca improvvisa non testimoniata

Al termine del corso BLS-D è previsto un test a risposta multipla ed una prova pratica con rilascio dell’attestato .


CORSI OPERANTI NEL LAZIO


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Insieme contro l'arresto cardiaco

Pubblicato da webmaster | 05:36


Heart Jazz 2009. Insieme contro l’arresto cardiaco 
All'Ospedale Sandro Pertini concerto di musica jazz per sensibilizzare sulla defibrillazione cardiaca precoce e sulla cultura dell’emergenza cardiologica


26/05/2009

L’associazione Insieme per il cuore onlus in collaborazione con la ASL Roma B, organizza per venerdì 29 maggio Heart Jazz 2009. Insieme contro l’arresto cardiaco. 

Il concerto di musica jazz, che si terrà a partire dalle ore 20.30 nello spazio all’aperto dell’Ospedale Sandro Pertini in Via dei Monti Tiburtini 385, a Roma, rappresenta un’occasione di informazione e sensibilizzazione sullo strumento della defibrillazione cardiaca precoce e sulla cultura dell’emergenza cardiologica. 

L’arresto cardiaco colpisce ogni anno una persona su mille: 60mila in Italia ogni anno, con sopravvivenza inferiore al 3%. Su 3500 casi che avvengono a Roma, meno di 100 sopravvivono. In più della metà degli arresti, le vittime non sapevano di essere affette da malattie cardiovascolari. 

La causa più frequente è la fibrillazione ventricolare, un grave disturbo del ritmo cardiaco. Solo la defibrillazione elettrica cardiaca può salvare la vita, se eseguita entro pochi minuti. 

L’iniziativa, ideata e promossa da Giuliano Altamura, Presidente dell’associazione Insieme per il cuore onlus e Direttore della Cardiologia dell’Ospedale Sandro Pertini – ASL Roma B, è realizzata con il patrocinio di Ares 118, AIAC Regione Lazio, la Fondazione Per il tuo cuore, Casa del Jazz, e sponsorizzata da Municipio V Roma, Comune di Fontenuova e CNS, Consorzio nazionale servizi. 

Prenderanno parte alla serata tra gli altri, prestigiosi musicisti della scena internazionale come Luis Bacalov, Roberto Gatto, Danilo Rea, Giovanni Tommaso, Fabio Zeppetella, insieme a Daniel Bacalov e Federico Turreni, cardiologo dell’Ospedale Pertini. 

L’ingresso è gratuito. 


Per informazioni:

Associazione Insieme per il cuore 

insiemeperilcuore@virgilio.it 

www.insiemeperilcuore.org 


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Vivo grazie al defibrillatore, ne dona 3!

Pubblicato da webmaster | 16:42


 E' vivo grazie ad un defibrillatore. Giovanni Pirini, ingegnere di Cesena, è stato salvato proprio da questo strumento mentre nel marzo 2008, assisteva alla partita di calcio  allo stadio Dino Manuzzi. Per questo motivo ha deciso di donare tre defibrillatori di addestramento alla Croce Rossa: saranno consegnati domenica alle 14,30 allo stessso stadio cesenate.

 

Pirini venne colpito da una grave aritmia cardiaca che, in assenza di intervento tempestivo, avrebbe potuto condurre ad un triste epilogo. Su di lui, che si trovava in stato d'incoscienza,  intervennero con la massima celerità i volontari della Croce Rossa Italiana (Arianna Gramellini, Armando Bartoletti e Gilberto "Gigi" Golinucci) ed i componenti del servizio

Con l'ausilio del DAE (defibrillatore automatico esterno),  attrezzatura donata dalla Banca Popolare dell'Emilia Romagna alla locale sezione della Croce Rossa, gli operatori  riuscirono a  stabilizzare il paziente  ed a procedere al  ricovero ospedaliero in Unità Coronarica.

 

Recentemente  Pirini, che nel frattempo si è completamente ripreso, con grande generosità, ha voluto effettuare una donazione in denaro alla Cri che, a sua volta, ha destinato l'offerta all'acquisto di tre defibrillatori da addestramento, proprio per continuare la catena di solidarietà della quale fu protagonista lo stesso ingegnere.

 

Questi strumenti saranno utilizzati dagli istruttori per la formazione di base ed il periodico aggiornamento dei volontari la consegna ufficiale dei defibrillatori  avverrà domenica 26 prima della partita, alle 14.30.


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A scuola di soccorso!!!

Pubblicato da webmaster | 11:26


Sapere come comportarsi in caso di malore improvviso o di incidente, essere capaci di praticare un massaggio cardiaco o di tamponare un'emorragia fino all'arrivo dell'ambulanza: alle medie e al liceo si impareranno i rudimenti del pronto soccorso. Maggioranza e opposizione spingono in questa direzione con due proposte di legge presentate alla Camera e al Senato che mirano ad introdurre nei programmi scolastici l'insegnamento del primo soccorso.

Anche i ragazzi, insomma, devono saper affrontare situazioni di emergenza che possono presentarsi in qualunque momento. Le cifre, del resto, parlano chiaro: ogni anno in Italia 60mila persone muoiono per un arresto cardiaco, 23mila sono vittime di un trauma improvviso e 6mila di un incidente stradale. Un intervento di primo soccorso tempestivo ed adeguato puo' salvare il 30% delle persone colpite, sottolineano i firmatari delle due iniziative legislative, il deputato del Pd Gerolamo Grassi e il senatore del Pdl Luigi D'Ambrosio Lettieri.

Per imparare l'abc del pronto soccorso ci vogliono 60 ore all'anno, secondo le due proposte di legge,12 per ognuno dei 5 livelli di insegnamento previsti: tecniche di base, primo soccorso della persona traumatizzata, l'aiuto a chi non ha subito traumi ma e' stato colto da malore, defibrillazione precoce semiautomatica, primo soccorso nelle grandi emergenze.

Ma il legislatore non si ferma qui: altri testi scolastici potrebbero finire sui banchi degli studenti: dalla storia locale all'educazione civica e ambientale, dai diritti umani all''attivita' teatrale e intelligenza emotiva', all'educazione alimentare. Dieci, infatti,sono le proposte di legge presentate in Parlamento per l'introduzione di nuove materie per medie e licei.

L'Italia e' ai primi posti in Europa per numero di bambini e adolescenti in sovrappeso. Colpa di un'alimentazione troppo spesso non corretta. Ecco perche' Antonio Razzi, deputato dell'Idv, propone di istituire, fin dalla scuola primaria, corsi di educazione alimentare per "formare una cultura alimentare basata su informazioni complete e corrette, ancora poco diffusa nel nostro Paese".

In due, il deputato del Pdl Fabio Granata e la senatrice Anna Maria Carloni del Pd, chiedono che nei programmi scolastici trovi posto anche l'insegnamento dell'educazione civica ambientale: l'educazione alla convivenza civile, spiegano, non e' soltanto una parte vitale del percorso formativo scolastico ma tende a sviluppare nello studente la consapevolezza di soggetto attivo e protagonista della comunita' attraverso i valori costituzionali della cittadinanza, dell'ambiente, della salute, della legalita'.

Gli zaini degli studenti potrebbero appesantirsi ulteriormente se saranno approvate altre due proposte di legge, quella della deputata della Lega Paola Goisis, che propone l'insegnamento delle 'specificita' culturali, geografico-storiche e linguistiche delle comunita' territoriali e regionali', e quella della parlamentare del Pd Angela Napoli, convinta che nei programmi scolastici debba trovare postol'insegnamento della storia locale.

L'insegnamento della storia locale e delle lingue regionali e' un vecchio pallino del Carroccio e la revisione del Titolo V della Costituzione, sottolinea Goisis, consente ad ogni istituzione scolastica di realizzare un'offerta formativa autonoma. E la Lega, si sa, "e' particolarmente sensibile alle realta' culturali, etniche, sociali e linguistiche, non solo del Nord". Cosi', "lo studio della realta' Sabauda per gli studenti piemontesi puo' assumere un'importanza non inferiore a quella che riveste lo studio della realta' Borbone per gli studenti delle regioni meridionali o del califfato arabo e dei ducati normanni per gli studenti della Sicilia". E se il deputato dell'Idv Fabio Evangelisti ed il parlamentare del Pdl Enrico Pianetta insistono perche' nei programmi scolastici venga inserito l'insegnamento dell'educazione ai diritti umani, la deputata del Pd Fiorella Ceccacci si spende perche' tra le materie di studio vi sia anche 'attivita' teatrali e intelligenza emotiva'.

Il teatro, spiega l'ex attrice, "ha da sempre una straordinaria funzione di educazione alla cultura, ma anche un ruolo importante nella maturazione emotiva. Per questo, l'inserimento delle attivita' teatrali nelle scuole rappresenta un passaggio fondamentale nel nostro Paese". Quanto all'apprendimento emotivo, "e' diventato un elemento nuovo della nostra cultura educativa, grazie anche all'apporto di moderne discipline sociopsicologiche". Insomma, "e' arrivato il momento -sottolinea Ceccacci- di considerare il teatro uno strumento di coinvolgimento e di formazione delluomo". E giu' due ore alla settimana di 'attivita' teatrali e intelligenza emotiva'.


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Il "Segna passi"..Piccoli consigli

Pubblicato da webmaster | 04:36


Per 60 mila italiani ogni anno è un piccolo apparecchio salvavita, oltre mezzo milione di persone se lo sono già fatto impiantare nel nostro Paese (2 milioni in Europa). Parliamo del pacemaker cardiaco, un minuscolo congegno - grande come una scatola di fiammiferi - che, inserito chirurgicamente sotto la pelle del torace, è in grado di correggere nel caso che i farmaci non risultino efficaci i disturbi del ritmo del cuore, intervenendo quando percepisce che sta battendo troppo in fretta, troppo adagio oppure è un ritmo disordinato.

Una volta impiantanto, il pacemaker diventa una parte dell'organismo con cui dover convivere rispettandone però le caratteristiche. Abbiamo chiesto al professor Massimo Santini, direttore dell'Unità Operativa di Cardiologia all' ospedale romano San Filippo Neri, quali sono gli accorgimenti per convivere con il pacemake: consigli semplici ma degni della massima attenzione, perché possono esistere interferenze con strumenti della vita giornaliera.
 
Personal computer. Se vengono rispettate le normative base di sicurezza ed il pc è in buone condizioni, è possibile lavorare al computer senza alcuna preoccupazione.
 
Elettrodomestici. Non ci sono controindicazioni. Evitare, però, di piegarsi sopra il forno a microonde in funzione, controllando  sul libretto, le indicazioni del produttore.
 
Telefono cellulare. Distanza minma d'uso, 15 - 20 centimetri dal dispositivo. Meglio, inoltre, conversare accostandolo all' orecchio opposto a quello del corpo dove si trova il dispositivo ed evitare di tenerlo nel taschino della giacca quando non lo si usi. Ideale è ricorrere all' auricolare e fare attenzione, all' acquisto, al livello di dispersione elettrica indicata dal produttore.
 
Lettore mp3. Solo se si trovano a 3 centimetri dal dispositivo, auricolari e lettori digitali interferiscono con il funzionamento di defibrillatori e pacemaker. È bene quindi seguire le stesse regole valide per il cellulare.
 
Altoparlanti. Fare attenzione ad altoparlanti, forti magneti, generatori di corrente, saldatrici industriali ad arco e motori, utensili a batteria come i cacciavite ed i trapani, linee di potenza ad alta tensione, forni fusori, stazioni radar, antenne di trasmettitori. Non avvicinarsi a meno di cento metri per i trasmettitori radio/tv e radar ad alta potenza, capaci di recare danni circuitali. Non chinarsi poi su motori elettrici in funzione, come l' alternatore dell' automobile, che contengono spesso magneti.
 
In viaggio. Sono circa 6 milioni gli italiani che partiranno in vacanza per Pasqua. Per chi abbia un pacemaker è possibile prendere l'aereo. In aeroporto, però, è utile portare con sè la tessera d' identificazione del dispositivo perché sia quest'ultimo sia il defibrillatore attivano il metal detector. Discorso analogo per i controlli di sicurezza nelle banche. Un portatore di pacemaker può viaggiare con treno, aereo, automobile. E' bene informarsi, andando all'estero, dove siano ubicati i centri ospedalieri specializzati.
 
In ospedale. Non ci deve sottoporre a risonanza magnetica, PET, elettrocauterizzazione e radioterapia che possono causare danni permanenti al pacemaker tradizionale. Controindicate sono anche TENS (terapia antalgica) e litotripsia per la cura dei calcoli renali e biliari. No anche all'ablazione, defibrillazione e cardioversione esterna, cardioversione interna, terapia ad alta frequenza (diatermia), elettroagopuntura, magnetoterapia. Non sussistono invece controindicazioni per i raggi x, così come per l'uso di trapani dentistici ed apparecchiature per la pulizia dentale e l'uso d'ultrasuoni.
 
Un nuovo apparecchio. Grazie a un nuovo dispositivo ideato da Medtronic e presentato in un convegno a Milano, i soggetti portatori di pacemaker di nuova generazione potranno sottoporsi a risonanza nucleare magnetica. Il nuovo apparecchio risulta infatti insensibile ai campi magnetici, grazie alle modifiche strutturali dei cateteri e dei circuiti del generatore apportate. Ogni anno vengono eseguite in Italia  800 mila risonanze magnetiche, ogni 5 minuti in Europa viene negato questo esame ad un paziente con pacemaker (300 mila nel nostro Paese). Fra i pazienti con pacemaker, il 17% deve fare una risonanza magnetica per motivi di salute entro un anno dall' impianto e il 75% nel corso della vita.
 
Cos'è il pacemaker. Fu inventato, nel 1957, da Earl Bakken negli Stati Uniti. Emette impulsi elettrici necessari per regolare la frequenza cardiaca. E' dotato d'un generatore d'impulsi e uno o due elettrocateteri, che portano gli stimoli al cuore. Oggi i dispositivi sono automatici: analizzano le condizioni del paziente e riducono al minimo gli stimoli artificiali.I sistemi, inoltre, raccolgono nel tempo i dati sull'andamento della frequenza cardiaca e sono in grado di trasmetterli con la telemedicina da casa al centro medico ospedaliero, rendendo così più semplice e precisa la gestione della cura del paziente..


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Aiutiamo gli amici dell'Abruzzo!!!

Pubblicato da webmaster | 16:48


Su Facebook stanno imperversando annunci su annunci su come aiutare e soccorrere in modo organizzato i terremotati. Se può essere di aiuto, pubblichiamo anche noi tutte le segnalazioni di emergenza.

Per offrire disponibilità di alloggio: l’UDU sta cercando posti letto telefonare allo 06.43411763 o scrivere a organizzazione@udu.it

Per volontari da tutta Italia: telefonare alla protezione civile nazionale 06.68201

Per volontari da Pescara: telefonare al Centro operativo della Protezione Civile presso la Prefettura di Pescara 085.2057627

Per donare il sangue in Abruzzo: rivolgersi presso gli ospedali, per Pescara: Dipartimento di Medicina Trasfusionale PO “Spirito Santo” via Fonte Romana 8 – tel. 085.4252687

Per donare il sangue dal tutta Italia: rivolgersi presso le strutture dell’Avis più vicine: http://www.avis.it/usr_view.php/ID=1545

Per fare donazioni: Raccolta fondi Croce Rossa Italiana:
Conto corrente bancario C/C n. 218020 presso BNL - roma, intestato a CRI, codice Iban IT66 - C010 0503 3820 0000 0218020, causale: pro terremoto Abruzzo;
Conto corrente postale n. 300004 intestato a CRI causale: pro terremoto Abruzzo;
Versamenti on line sul sito: www.cri.it/donazioni.html

Per enti locali e associazioni di volontariato, comitati, gruppi organizzati: è possibile attivarsi da subito con i corpi locali di protezione civile, con la associazioni prendendo contatti con i coordinamenti regionali, c’è bisogno di medici, tende, coperte, cibo e supporto logistico. Per informarsi: Dipartimento della Protezione Civile 06.68201

La Croce Rossa Italiana ha lanciato un appello di emergenza a livello internazionale, chiedendo a tutta la popolazione di “partecipare ad un grande sforzo di solidarietà per alleviare la sofferenza di tutte le vittime del terremoto” . Per effettuare donazioni alla Croce Rossa Italiana si possono utilizzare: il Conto corrente bancario C/C n. 218020 presso Banca Nazionale del Lavoro-Filiale di Roma Bissolati - Tesoreria - via San Nicola da Tolentino 67 - Roma, intestato a Croce Rossa Italiana via Toscana 12 - 00187 Roma, codice Iban IT66 - C010 0503 3820 0000 0218020, causale pro terremoto Abruzzo; il Conto corrente postale n. 300004 intestato a Croce Rossa Italiana via Toscana 12 - 00187 Roma, codice Iban IT24 - X076 0103 2000 0000 0300 004, causale pro terremoto Abruzzo. E’ anche possibile effettuare dei versamenti online, attraverso il sito web della Cri.

Aiuti e raccolte
La Croce Rossa ha aperto la sala operativa nazionale di Legnano e i Centri interventi d’emergenza (Cie) di Verona, Roma, Potenza e Palermo per la raccolta di generi di prima necessità (coperte, vestiti, pannolini, latte in polvere, casse d’acqua) da spedire nelle zone terremotate. La Cri ha anninciato di avere già inviato nelle zona del disastro 10 mila coperte per fare fronte alle primissime esigenze delle persone rimaste senza abitazione.
L’associazione ambientalista “Fare ambiente” sta coordinando la raccolta di materiali di prima necessità presso la propria sede di Roma, in Via Nazionale, 243, tel. 06 48029924.

Rifondazione Comunista sta organizzando iniziative di solidarietà con le popolazioni colpite dal terremoto.
La Federazione Prc di Pescara (via F. Tedesco, 8 ) funzionerà come centro di raccolta materiali e di accoglienza per gli evacuati. Singoli o strutture che abbiano la possibilità di accogliere gli sfollati possono chiamare il numero 085.66788.
Inoltre, chiunque volesse partecipare all’organizzazione dei soccorsi può chiamare: Federazione Prc Pescara: 085.66788 (accoglienza evacuati); Richi: 339.3255805 (generi di prima necessità come acqua, pasta, latte UHT, biscotti); Marco Fars: 334.6976120; Francesco Piobbichi: 334.6883166. Oppure si può spedire una mail al seguente indirizzo: piobbico@hotmail.com

Su Facebook si moltiplicano i gruppi che organizzano iniziative di solidarietà per le vittime della tragedia e i paesi coinvolti nel disastro. Anche Legacoop Nazionale e Legacoop Abruzzo si sono attivate distribuire generi di prima necessità, e in particolare acqua e latte, in coordinamento con la Croce Rossa. Ulteriori e più articolate iniziative di solidarietà e di sostegno alla popolazione dei centri colpiti dal sisma saranno definite nelle prossime ore, per rispondere alle esigenze che si manifesteranno ed in linea con le indicazioni che verranno fornite dalla protezione civile.

Donazione di sangue
Il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi chiede che vengano sospese le donazioni di sangue. “Abbiamo sangue a sufficienza e ringraziamo tutti coloro che lo hanno donato”, ha precisato Chiodi, “i centri trasfusionali regionali non sono più in grado di accogliere altre donazioni”. Al momento - precisa l’Avis di Bologna - “le unità di sangue richieste dalle zone sismiche sono state già inviate”. Appelli per la donazione di sangue erano stati lanciati nelle prime ore di questa mattina sia dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che dal presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo.

Il sistema delle emergenze per il servizio trasfusionale è governato dal Centro Nazionale Sangue di Roma che è già perfettamente operativo e allertato e in raccordo con il Centro Nazionale della Protezione Civile.
I Centri Regionali Sangue sono in contatto continuo e costante con il Centro nazionale per la disponibilità di scorte di sangue eventualmente necessarie per l’Abruzzo.
Il Centro Regionale Sangue dell’Emilia-Romagna è in stretto contatto con le Associazioni dei donatori.
Al momento le unità di sangue richieste dalle zone sismiche sono state già inviate; il sistema nazionale è in grado di sopperire alla domanda ed è l’unico organismo che deve coordinarne l’invio.

ELENCO AGGIORNATO RACCOLTE FONDI E GENERI D’EMERGENZA
(da Kataweb)
http://canali.kataweb.it/kataweb-consumi/2009/04/06/terremoto-in-abruzzo-solidarieta-e-aiuti/

Conti correnti e donazioni

Il quotidiano “il Centro” di concerto con il gruppo editoriale
Finegil-Repubblica-L’Espresso e con le Casse di risparmio dell’Aquila -
Carispaq, di Pescara - Caripe e di Teramo - Tercas
lancia una sottoscrizione popolare per aiutare le famiglie
aquilane sconvolte dal sisma.
Chiunque volesse contribuire con una somma in denaro può farlo utilizzando
i numeri di conto corrente sotto elencati:

Banca CARISPAQ SPA
“Vittime terremoto L’Aquila”
Codice Iban: IT 53 Z 06040 15400 000 000 155 762

Banca CARIPE SPA
“Raccolta fondi pro terremotati d’Abruzzo”
Codice Iban: IT 19 B 06245 15410 000 000 000 468
presso Banca Caripe Spa Sede Pescara
Corso Vittorio Emanuele 102/104 - Pescara.

Banca TERCAS SPA
“Raccolta fondi pro terremotati d’Abruzzo”
Codice Iban: IT 48 L 06060 15300 CC 090 005 35 65
presso Banca Tercas Spa Sede Teramo
corso San Giorgio 36 - Teramo.

La Caritas diocesana Italiana ha istituito un fondo di solidarietà promuovendo una colletta per aiutare la popolazione abruzzese.
Per sostenere gli interventi in corso (causale “TERREMOTO ABRUZZO”) si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite C/C POSTALE N. 347013 o tramite UNICREDIT BANCA DI ROMA S.P.A. IBAN IT38 K03002 05206 000401120727
Offerte sono possibili anche tramite altri canali:
Intesa Sanpaolo, via Aurelia 796, Roma - Iban: IT19 W030 6905 0921 0000 0000 012
Allianz Bank, via San Claudio 82, Roma - Iban: IT26 F035 8903 2003 0157 0306 097
Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma - Iban: IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113
CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d’ufficio)

C’è anche il fondo della Caritas diocesana di Roma. È possibile contribuire alla colletta di solidarietà con: Versamenti c/c postale - numero di conto corrente postale 82881004 (IBAN: IT77K0760103200000082881004) intestato a Caritas diocesana di Roma, specificando nella causale «Terremoto Abruzzo»; Bonifico bancario - IBAN: IT13R0306905032000009188568, specificando nella causale “Terremoto Abruzzo”.

Anche la Caritas Ambrosiana, che fa capo alla Diocesi di Milano, ha avviato una raccolta fondi aprendo un conto corrente. E’ possibile sin d’ora esprimere concreta solidarietà partecipando alla “raccolta fondi - causale Terremoto Abruzzo 2009 - donazione diretta presso l’Ufficio raccolta fondi di Caritas Ambrosiana, via San Bernardino 4, Milano (orari: dal lunedì al giovedì dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e dalle ore 14.30 alle ore 17.30 e il venerdì dalle ore 9.30 alle ore 12.30)- conto corrente postale n. 13576228 intestato a caritas ambrosiana onlus - conto corrente bancario n. 578 - cin p, abi 03512, cab 01602 presso l’agenzia 1 di milano del credito artigiano e intestato a caritas ambrosiana onlus iban: it16p0351201602000000000578. Oppure donazione telefonica tramite carte di credito chiamando il numero 02.76.037.324 in orari di ufficio.

Il sistema delle emergenze per il servizio trasfusionale è governato dal Centro Nazionale Sangue di Roma che è già perfettamente operativo e allertato e in raccordo con il Centro Nazionale della Protezione Civile.
I Centri Regionali Sangue sono in contatto continuo e costante con il Centro nazionale per la disponibilità di scorte di sangue eventualmente necessarie per l’Abruzzo.
Il Centro Regionale Sangue dell’Emilia-Romagna è in stretto contatto con le Associazioni dei donatori.
Al momento le unità di sangue richieste dalle zone sismiche sono state già inviate; il sistema nazionale è in grado di sopperire alla domanda ed è l’unico organismo che deve coordinarne l’invio.

Ai donatori periodici AVIS: chiediamo di rispettare la propria scadenza abituale e non ritardare la donazione per contribuire a ripristinare le scorte abituali e mantenere costante le nostre disponibilità nei prossimi giorni e settimane. Se ci fossero esigenze di unità di sangue di gruppi particolari, sarà cura delle Associazioni convocare direttamente gli interessati per la relativa donazione.

Ai cittadini che non sono ancora donatori: chiediamo di manifestare la loro solidarietà rivolgendosi nei prossimi giorni ad uno dei centri di raccolta sangue della zona di residenza per sottoporsi agli esami di idoneità.

Soccorsi
Da tutto il Lazio circa 40 squadre con più 200 volontari hanno raggiunto le zone di ammassamento in Abruzzo e sono a disposizione della Protezione civile nazionale per le operazioni di soccorso. Altrettante sono state allertate e sono pronte a operare. La Protezione civile regionale ha messo a disposizione dei soccorsi tre elicotteri regionali normalmente utilizzati per la lotta agli incendi, mentre i volontari della Protezione civile del Lazio hanno già portato in Abruzzo centinaia di tende per ospitare persone, 3 cucine da campo, mezzi per il movimento terra come ruspe, bobcat ed escavatori, oltre a torri faro per garantire con le fotoelettriche i soccorsi anche dopo il tramonto. Intervenute anche squadre di volontari con unità cinofile. La Protezione civile ribadisce l’appello a non improvvisarsi soccorritori: “Le operazioni di soccorso vanno effettuate da coloro che sono in grado di farlo. Ci sono centinaia di uomini sia delle componenti istituzionali che volontari della Protezione civile ma comunque si tratta di professionisti”.

La Protezione civile Abruzzo ha messo a disposizione un numero attivo 24 ore su 24 per richiedere informazioni: 80.35.55

I capi scout dell’Agesci (Associazione guide e scout italiani) sono stati autorizzati dalla Protezione civile a partecipare alle operazioni di soccorso. L’organizzazione degli scout sta preparando, come sempre in casi di emergenza, in tutte le regioni le schede di partecipazione per i capi scout che vorranno prendere parte alle operazioni. La Croce Rossa è già arrivata nella Regione con attrezzature sanitarie, tra cui un Posto medico avanzato e le unità cinofile e gli ospedali romani sono stati tempestivamente posti in stato di allerta per l’eventuale accoglienza di feriti gravi provenienti dalle zone colpite dal sisma. Croce Rossa Italiana sta organizzando anche una raccolta a livello nazionale per far confluire tutto il necessario nell’area colpita dal terremoto.

Spero possa essere utile.

A presto,






Identificare i pericoli in emergenza

Pubblicato da webmaster | 08:49


All’arrivo sulla scena dell’incidente il soccorritore deve identificare i pericoli potenzialmente evolutivi (fumo, gas, esalazioni nocive, presenza di conduttori elettrici, instabilità dei veicoli coinvolti, fiamme ecc..) per evitare i rischi connessi all’esercizio delle proprie funzioni tramite la “messa in sicurezza della scena” ove possibile, altrimenti affidandoci ad altre figure professionali. L’autoprotezione del soccorritore include l’utilizzo dei dispositivi di sicurezza.
RICORDIAMOCI SEMPRE CHE IN UNA SITUAZIONE DI EMERGENZA viene sempre prima la vita del soccorritore

Quindi, prima di iniziare l' ABC (vedi precedenti post), mettere in sicurezza la scena dell'emergenza.


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Chi è il Politraumatizzato?

Pubblicato da webmaster | 08:36


il politraumatizzato è un ferito che presenta lesioni associate a carico di due o più distretti corporei (cranio, rachide, torace, addome, bacino, arti) con eventuale possibili compromissioni delle funzioni respiratorie e/o circolatorie.
Bisogna considerare che il trauma grave:

È la principale causa di morte di morte sotto ai 40 anni

Per ogni decesso, ci sono 2-3 invalidi permanenti

E'la principale causa di perdita della vita lavorativa

Ha un costo sociale enorme, superiore alla spesa per le altre due patologie socialmente invalidanti, quali neoplasie e patologie cardiovascolari.

I DANNI dovuti ad un trauma sono di 2 tipi:

DANNO PRIMARIO: per l’applicazione dell’energia cinetica al corpo o alle parti del corpo della vittima (impatto diretto, decelerazione violenta, ecc..).
Per ridurre questi tipi di danno si deve ricorrere a misure di tipo preventivo (utilizzo di difese passive quali cinture di sicurezza, airbag e riduzione della velocità).
DANNO SECONDARIO: si verifica in una quota rilevante di soggetti in cui l’ipovolemia, l’ipossia, etc. possono aggravare anche irreparabilmente il danno primario (ad esempio: se il capo sbatte violentemente contro un ostacolo può derivarne una lesione cerebrale si parla di danno primario; se il paziente è comatoso e non ventila correttamente l’ipossia e l’ipercapnia che ne derivano aggravano direttamente la lesione iniziale: in questo caso si parla di danno secondario).
Il soccorso preospedaliero ha la finalità di andare a prevenire o limitare tutte quelle situazioni che possono portare ad un danno di tipo secondario.


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Tv Spagnola sul progetto vita di Piacenza

Pubblicato da webmaster | 05:39


Piacenza é la città più “cardioprotetta” d’Europa grazie alla “defibrillazione precoce sul territorio”, eccellenza di prevenzione sanitaria in cui la nostra città si conferma sempre più come modello internazionale da imitare. Nei giorni scorsi una troupe della Televisivo de Catalunya (TV3) è stata ospite dell’Azienda Usl di Piacenza e dell’associazione onlus “Il Cuore di Piacenza” per un sopralluogo esplorativo della “location” in cui l’emittente televisiva ha deciso di realizzare uno “special” sulla prevenzione della morte improvvisa negli atleti e nello sport.
Francesc Romero Truñó, il giornalista autore del documentario che sarà, fra l’altro, irradiato in Eurovisione, metterà a confronto le diverse realtà di quattro Paesi: Spagna, Belgio, Lussemburgo e Italia.
Piacenza è stata scelta in quanto è la prima città europea che ha saputo organizzare un progetto complessivo (il Progetto Vita) di defibrillazione precoce sul territorio.
I redattori della televisione spagnola giunti in avanscoperta a Piacenza hanno intervistato, in relazione ai casi di morte improvvisa nello sport, la dottoressa Daniela Aschieri, in forza alla Cardiologia di Piacenza e presidente dell’associazione “il Cuore di Piacenza”. Nel corso del colloquio è stata così presentata la legislazione italiana in materia di medicina sportiva, che ha permesso negli anni – attraverso le visite mediche necessarie per il rilascio di idoneità all’attività – di ridurre una percentuale di morti precoci. “Rimane però – ha specificato la dottoressa Aschieri – una soglia non prevedibile”. Francesc Romero Truñó ha poi voluto conoscere nel dettaglio i risultati ottenuti sul territorio dall’associazione Il Cuore di Piacenza. “Il segreto del successo e del grande consenso della rete locale – ha spiegato la cardiologa – è derivato probabilmente dal fatto che qui si è insegnata una procedura d’intervento molto semplice. I cittadini coinvolti (Forze dell’Ordine, volontari, etc..) sono chiamati solo a defibrillare, senza eseguire altre manovre come massaggio cardiaco e ventilazione: a questo pensa il personale del 118”.
Il modello sperimentale piacentino è nato nel 1999, quando ancora in Italia non c’era una legislazione specifica sul tema: dopo due anni, i risultati scientifici ottenuti con la sperimentazione locale hanno portato all’approvazione in Parlamento di una normativa ad hoc.
“Il progetto è cresciuto – ha detto l’Aschieri – ma tanto ancora si può fare. In ambito sportivo l’auspicio è che si arrivi ad avere un defibrillatore in ogni impianto”. Sull’esempio di Piacenza altre città italiane (una ventina) hanno organizzato reti territoriali simili, ma con difficoltà: il nostro modello è riproducibile in realtà di pari dimensioni o quartieri di grandi centri urbani e solo se esiste una forte e capillare sensibilizzazione della comunità, iniziativa che noi siamo riusciti a realizzare in anni di costante dedizione”.
“Essenziale – ha aggiunto l’Aschieri – è il ruolo del sistema emergenza urgenza 118, che coordina tutta la rete dei punti di presenza dei defibrillatori e i volontari che sanno utilizzarli. In caso di arresto cardiaco, infatti, due minuti di ritardo possono fare la differenza tra la vita e la morte”.
Da ultimo, l’inviato di Televisivo de Catalunya ha voluto incontrare anche una delle cinquanta persone che possono dire di essere state “resuscitate” a Piacenza grazie al Progetto Vita. Luigi Galletti (salvato nel 2001 mentre era in bicicletta, a Gossolengo, di ritorno da una pedalata amatoriale con un amico) ha così portato la propria preziosa testimonianza, affiancato dalla moglie.
La troupe spagnola, dopo questa visita preliminare informativa (durante la quale ha potuto verificare l’efficienza e l’efficacia del “modello Piacenza”) tornerà il 18,19 e 20 marzo prossimi per effettuare le riprese e le interviste in città e provincia. A guidarla sul set piacentino saranno Giancarlo Bianchi e Salvatore Mancuso rispettivamente vice presidente e consigliere dell’associazione Il Cuore di Piacenza.
Il giornalista spagnolo realizzerà una parte del filmato presso la sede dei Servizi territoriali Ausl di piazzale Milano, per documentare l’attività di medicina sportiva. Luigi Galletti racconterà la sua “rinascita” mentre sarà ripreso nella sua abitazione, nella stazione ferroviaria (suo luogo di lavoro) e nel parco giochi di Gossolengo, luogo in cui gli è stata salvata la vita con il defibrillatore


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Le percentuali di Ossigenoterapia

Pubblicato da webmaster | 15:29


Le percentuali di Ossigeno contenuto nei soffi d'aria espirati dall'uomo o dai diversi strumenti di ventilazione sono da tenere sempre in considerazione, e sono da calcolare nel caso di insufficiente ventilazione o perfusione tessutale.

Aria espirata 15-16%

Aria Ambiente 21%

Maschera Venturi 20-60%

Pallone Ambu 40-50%

Ambu + reservoir 80-90%

Va e Vieni 90-100%

Respiratore 100%



In caso di respiro spontaneo e ausilio della maschera normale di respirazione, va fatto il calcolo:

O2 in AA + (L/m ossigeno x 3)

Ad esempio, nel caso di un paziente con difficoltà respiratoria aiutato con una maschera per l'ossigeno a 8 l/m, avremo come percentuale di Ossigeno inspirato:

21 + ( 8 x 3 )

Totale 45%....

I primi due valori, ci fanno capire di quanto sia importante, per la rianimazione cardiopolmonare, insufflare l'ossigeno dal pallone Ambu in poi.Vogliamo ricordare che la respirazione bocca a bocca, è una manovra di estrema urgenza e che deve essere effettuata SOLO in mancanza di qualsiasi altro presidio di sicurezza o rianimazione.
Esistono in commercio dei portachiavi fatti apposta per eseguire la respirazione in totale sicurezza, certi hanno anche la valvola antireflusso.
Eccone un esempio:











Se volete questi, li potete trovare cliccando qui;
altrimenti ce ne sono tantissimi in giro per la rete.
Mi raccomando volontari: L'ossigeno è una terapia, e come tale va dato solo dopo prescrizione medica o autorizzazione dalla centrale operativa 118!


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Cosa fare quando bisogna defibrillare in ambulanza?

Pubblicato da webmaster | 04:37


Dal forum del sito soccorritori.it, l'utente "konfa", detta il protocollo che devono adottare i BLSD esecutori certificati dalla centrale operativa 118 di Milano.
Pensiamo che sia buona e applicabile a livello nazionale.

Il protocollo in caso di necessità di rianimazione improvvisa recita:

1)L'Autista arresta la marcia del mezzo e spegne il motore

2)Si inizia il protocollo DAE ...valutazione stato coscienza

3) si dispone preparazione del DAE

4)si estende, esplora, posiziona canula, GAS
ventilazioni

5) Si Controlla polso e si ricerca segni circolo Mo.To.Re.

6) Si passa al posizionamento piastre

7) L'autista chiama la Centrale e da le info del caso...

8)Si posizionamento piastre

9)AVVIO ANALISI (procedura ACC Testimoniato)

10)Si avvisa la CO del risultato analisi

se Shoch indicato si procede all'erogazione della scarica.

Se non invio MSA o ELI
si spegne il DAE e si riparte alla volta dell'Ospedale.

Quindi sull' MSB si defibrilla.... ovviamente sempre e comunque badando alla
sicurezza della scena.

Se invece il PZ và in ACC mentre l'H è in vista.... nulla; si prosegue e si
raggiunge il PS.


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Defibrillatore cardiaco impiantabile (ICD)

Pubblicato da webmaster | 08:07


Definizione di morte cardiaca improvvisa
La morte cardiaca improvvisa (MCI) consiste in una morte naturale, preceduta da perdita
improvvisa della conoscenza che si verifica entro 1 ora dall’inizio dei sintomi, in soggetti con o
senza cardiopatia nota preesistente, ma in cui l’epoca e la modalità di morte sono imprevedibili.
Epidemiologia
E’ una delle principali cause di morte in tutti i paesi industrializzati, con un indice di sopravvivenza
agli eventi inferiore al 5% in Europa occidentale3.
Circa l’80% degli episodi di morte cardiaca improvvisa sono causati da tachiaritmie ventricolari
maligne, quali la tachicardia ventricolare sostenuta (SVT) e la fibrillazione ventricolare (VF), indotte
da eventi ischemici acuti. La categoria più a rischio è costituita da coloro che hanno già subito un
infarto miocardico.
2. Descrizione, funzionamento e indicazioni
L’ICD è costituito da un generatore impiantato sottocute e da uno o più elettrocateteri posizionati
nelle camere cardiache, in grado di rilevare, interpretare e memorizzare l’attività elettrica intrinseca
del cuore e, all’occorrenza, di erogare stimolazioni (terapia antibradicardica) o shock elettrici
(terapia antitachicardica).
Il defibrillatore cardiaco impiantabile è l’unico device in grado di riconoscere una tachiaritmia
ventricolare maligna e di erogare automaticamente una terapia elettrica immediata in pazienti a
rischio di morte cardiaca improvvisa.
In base alle modalità di stimolazione, si distinguono ICD monocamerali, bicamerali e biventricolari
(ICD tricamerali)4.
I dispositivi monocamerali, i primi entrati in commercio ed ancora in uso, presentano un solo
elettrodo impiantato nel ventricolo destro con funzioni di stimolazione e registrazione
(pacing/sensing) dell’attività di una camera cardiaca.
I bicamerali richiedono l’impianto di due elettrodi uno in atrio ed uno in ventricolo e permettono la
stimolazione, l’analisi e la classificazione del ritmo sia ventricolare che atriale. La presenza di un
elettrocatetere in atrio destro consente di classificare con più precisione i ritmi cardiaci e, in alcuni
modelli, di interrompere anche alcune forme di tachicardia sopraventricolare, quali ad esempio il
flutter atriale.
I vari modelli prodotti dalle diverse ditte si differenziano tra loro sostanzialmente in base alla
programmabilità, ad algoritmi e a parametri di stimolazione e di memorizzazione dei dati.
I biventricolari riuniscono in un unico device un pacemaker biventricolare con un defibrillatore. La
funzione di pacemaker biventricolare si ottiene attraverso l’inserimento di un elettrodo in seno
coronarico in grado di stimolare il ventricolo sinistro. In aggiunta ai 2 elettrodi standard presenti
nell’atrio e ventricolo destri, permette la resincronizzazione atrio-ventricolare e tra ventricolo destro
e ventricolo sinistro, con un miglioramento della funzione contrattile del cuore. Questi ICD trovano
indicazione nella terapia dello scompenso cardiaco congestizio.
3. Terapie Alternative
Nel trattamento a lungo termine delle aritmie ventricolari trova indicazione la terapia farmacologia
con antiaritmici di classe III, in particolar modo l’amiodarone, che risulta in grado di ridurre
frequenza e durata degli episodi aritmici, ma non di interromperli.

4. Evidenze cliniche
Studi clinici pubblicati
In una revisione sistematica di 8 studi multicentrici, randomizzati e controllati il trattamento con ICD
mono e bicamerali è stato indagato e confrontato con la terapia farmacologica antiaritmica,
principalmente con l’amiodarone, nella prevenzione secondaria, ovvero in pazienti con anamnesi
positiva per pregresso arresto cardiaco o per aritmie ventricolari maligne, e nella prevenzione
primaria, in pazienti considerati ad alto rischio di morte improvvisa che non hanno avuto un
documentato evento clinico.
In 4909 pazienti sono stati valutati gli effetti della terapia con ICD sulla mortalità totale, end-point
primario, e sugli indici di morte cardiaca improvvisa5.
La review ha evidenziato che l’impianto di un ICD riduce significativamente la mortalità totale
rispetto alla terapia farmacologica (RR 0.74; IC95 %, 0.67-0.82).
Dall’analisi separata degli studi risulta che nella prevenzione secondaria l’uso degli ICD è
associato ad una significativa riduzione della mortalità totale (di un terzo nei sopravvissuti ad
arresto cardiaco), mentre nella prevenzione primaria i benefici dell’ICD sono risultati strettamente
legati al rischio di base per morte cardiaca improvvisa.
Nei pazienti ad alto rischio che non hanno però ancora avuto un arresto (quali pazienti con
patologia coronarica e grave disfunzione sistolica ventricolare sinistra) la riduzione della mortalità è
risultata simile a quella ottenuta nella prevenzione secondaria.
Non è stato evidenziato nessun impatto significativo sulla mortalità nei pazienti a basso rischio di
morte cardiaca improvvisa, ovvero in pazienti con disfunzione sistolica ventricolare sinistra ma
senza patologia coronarica o aritmia ventricolare inducibile.
La review ha, inoltre, evidenziato come l’uso di ICD determini una significativa riduzione del rischio
relativo di morte cardiaca improvvisa (RR 0.43; IC95%, 0.35-0.53), sia nella prevenzione primaria
(RR 0.37; IC95%, 0.27-0.50) che nella secondaria (RR 0.50; IC95%, 0.38-0.66).
Non è stata evidenziata alcuna riduzione del rischio di morte non cardiaca (non aritmica) con l’uso
dei defibrillatori impiantabili rispetto alla terapia farmacologica.
Nel 2003 è stata pubblicata su JAMA una metanalisi di quattro studi clinici controllati e
randomizzati (trials CONTAK CD, InSync ICD, MUSTIC e MIRACLE), condotta su un totale di
1634 pazienti per determinare se la terapia di resincronizzazione cardiaca riduca la mortalità
dovuta a scompenso cardiaco progressivo6.
Negli studi i pazienti sono stati randomizzati a ricevere un defibrillatore-cardioverter impiantabile o
un pacemaker in grado di erogare una resincronizzazione cardiaca grazie ad un elettrocatetere in
seno coronarico attivo, oppure solo un ICD o un pacemaker con l’elettrocatetere in seno
coronarico disattivato.
I risultati della metanalisi evidenziano che nei pazienti sintomatici con disfunzione ventricolare
sinistra la resincronizzazione cardiaca riduce la mortalità dovuta a scompenso cardiaco
progressivo del 51% rispetto ai controlli (OR 0.49; IC95%, 0.25 – 0.93).
Viene inoltre evidenziata una riduzione delle ospedalizzazioni dovute a scompenso cardiaco del
29% (OR 0.71; IC95%, 0.53 – 0.96).
Non emerge invece alcun effetto significativo sulla mortalità non dovuta a scompenso cardiaco
(OR 1.15; IC95%, 0.65-2.02).
La riduzione della mortalità da scompenso cardiaco progressivo in pazienti con disfunzione
sintomatica ventricolare sinistra suggerisce che la terapia di resincronizzazione cardiaca possa
avere un sostanziale impatto sul più comune meccanismo di morte tra i pazienti con scompenso
cardiaco avanzato.
Per valutare l’efficacia dell’uso preventivo di ICD biventricolari nel paziente con insufficienza
cardiaca avanzata con severa disfunzione ventricolare sinistra o con cardiomiopatia non ischemica
è stato condotto lo studio multicentrico controllato COMPANION7.
Sono stati arruolati 1520 pazienti con insufficienza cardiaca avanzata, causata da cardiomiopatia
ischemica o non-ischemica, in classe NYHA III o IV e con un intervallo QRS di almeno 120 msec

Continua qui...


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4 Domande di vitale importanza

Pubblicato da webmaster | 06:03


Quando capita di vedere una persona in difficoltà, che accusa un certo malore, dobbiamo porgli 4 domande che consideriamo molto importanti, perchè danno subito un quadro chiaro della situazione clinica del paziente:

1: Salve, come si chiama? Dove siamo?
Non appena riceviamo una risposta da parte del paziente, siamo in grado di capire immediatamente: Vie aeree libere (altrimenti non riuscirebbe a parlare), ha respiro e circolo. In base alla risposta possiamo capire la condizione neurologica

2:Fa fatica a respirare?

ci fa capire se il paziente ha subito un trauma oppure riesce a stento a mantenere il respiro. Anche se la maggior parte delle volte è visibile la difficoltà respiratoria, ci sono casi in cui il segno è silente.

3: Ha dolore?

Ci fa capire se e dove ha subito traumi e quindi ci prepara alla movimentazione o alla messa in sicurezza.

4: Riesce a muovere le braccia e le gambe?

Oltre a farci capire se ha avuto trauma, riusciamo a vedere se ha un ictus in corso.

In ogni modo, se capita di incontrare una persona in difficoltà la PRIMA COSA DA FARE è CHIAMARE IL 118 o il numero di emergenza dello stato dove ci si trova (per accordi europei, il numero di emergenza generica nei paesi della comunità è il 112


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Approccio all'emergenza ALFABETIZZATO

Pubblicato da webmaster | 05:31


Per stabilire le priorità di intervento su un paziente definito "critico", dobbiamo valutare i diversi parametri vitali, seguendo una logica data dall'alfabetizzazione degli interventi.
Questi interventi, sono esclusi a scalare, ovvero bisogna partire a valutare dalla lettera A fino a scendere alla lettera E.
Se rileviamo risposte negative durante la valutazione, ci dobbiamo fermare e ripristinare la funzione mancante.


A: Air ways
(vie aeree)
Valutare la pervietà delle vie aeree e se c'è una ipotetica incapacità a manterle pervie da parte del paziente. valutare allora, Stato di incoscienza, suoni di ostruzione, o segni evidenti di ostruzione

B: Breathe (respiro)
Verificare se c'è apnea (mancanza di respiro spontaneo);Frequenza respiratoria o < di 8 o >di 30 atti al minuto;valutare se la saturazione è < a 90% in ossigenoterapia; valutare se c'è dispnea (retrazione degli spazi costali o respiro non fisiologicamente accettabile)

C: Circolation (circolo)
Valutare se ci sono Emoraggie esterne importanti, stabilire la qualità dei polsi periferici e centrale in consistenza e regolarità,Rilevare la P. Arteriosa,Valutare eventuale cute pallida, sudata o cianotica.

D: Disability (disabilità)
valutare attraverso la Glascow coma score la funzionalità neurologica del paziente

E:Expose (scoprire)
Ovvero, una volta che sono state accertati parametri vitali nella norma e mancanza di criteri di criticità scoprire il paziente e chiedere se e dove è presente il dolore.

Naturalmente la lettera "E" è di solo competenza medica ed infermieristica, quindi non deve essere presa in considerazione da soccorritori "laici" (volontari del soccorso, cittadini con minime conoscenze di soccorso), e sopratutto non deve mai essere fatta in ambiti extraospedalieri.


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Martedì 22 Gennaio 2008
È stato approvato dalla Commissione Sanità del Senato il disegno di legge 1517 “Nuove norme in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici esterni sul territorio", già approvato dalla Camera lo scorso 19 aprile. Ora tornerà alla Camera per un ultimo passaggio.

Durante la seduta è stato anche approvato un Ordine del giorno in cui il governo si impegna, entro 6 mesi dall'entrata in vigore della legge, ad individuare tutti i luoghi, le strutture e i mezzi di trasporto in cui i defibrillatori dovranno essere presenti.

"Mi auguro che la Camera confermi i contenuti di questa legge rapidamente e senza modifiche. – sottolinea Ignazio Marino, Presidente della Commissione Sanità del Senato - Dobbiamo, infatti, ricordare che ogni anno decine di migliaia di persone colpite da arresto cardiaco muoiono perché non si riesce ad intervenire tempestivamente con la defibrillazione elettrica che, se eseguita entro pochissimi minuti, può salvare la vita del paziente. Questa legge, quindi, contribuirà a garantire maggiore sicurezza ai nostri cittadini che potranno essere soccorsi con la dovuta competenza in caso di necessità, senza il rischio di attendere i soccorsi per un lasso di tempo che spesso può rivelarsi fatale".

Il disegno di legge 1517 contiene nuove norme in materia di utilizzo di defibrillatori automatici in ambiente extraospedaliero individuando i luoghi, le strutture e i mezzi di trasporto nei quali dovrebbe esserne prevista la disponibilità: dagli ambulatori, agli aeroporti, ai treni, ai penitenziari, alle sedi di grandi eventi, fino alle scuole, alle farmacie e molti altri. Il testo approvato prevede, inoltre, che il personale non medico segua dei corsi di formazione e addestramento per poter procedere con la necessaria sicurezza all'uso dei defibrillatori stessi in caso di emergenza.

Una volta approvata, il disegno di legge modificherà la legge 3 aprile 2001, n. 120 che attualmente disciplina l’utilizzo dei defibrillatori semiautomatici in ambiente extraospedaliero .

..Questo nel 2008, e adesso?

Dove dovranno essere istallati i defibrillatori con relativo personale addestrato?

La nuova legge voluta dall' On. Di Virgilio (FI), introdurrà importanti novità, tra le quali l'obbligo di detenere gli apparecchi defibrillatori (DAE) in molti luoghi, strutture e mezzi:

Mezzi di soccorso sanitario

Poliambulatori dei Servizio sanitario nazionale

Ambulatori di medici di medicina generale convenzionati

Strutture socio-sanitarie autorizzate

Grandi scali e mezzi di trasporti aerei, ferroviari e marittimi

Istituti penitenziari

Istituti penali per i minori e centri di permanenza temporanea e assistenza

Strutture e sedi di grandi avvenimenti socio-culturali

Grandi strutture commerciali e industriali

Luoghi in cui si pratica attività ricreativa, ludica o sportiva, agonistica e
non agonistica anche a livello dilettantistico

Strutture scolastiche e universitarie

Farmacie


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EROI per un giorno. Questa volta gli angeli custodi non indossano i panni dei soccorritori del 118, che per mestiere salvano la vita alle persone. No, questa volta gli assoluti protagonisti sono una guardia giurata, a due mesi dalla pensione, e due dipendenti dell’ipercoop Il Castello i quali, con enorme sangue freddo, utilizzando un defibrillatore hanno salvato la vita ad un uomo di 52 anni che ieri mattina mentre faceva la spesa è stato colto da infarto. «Ora sta bene — rassicurano dall’ospedale Sant’Anna — ma se non fosse state per quelle tre persone sicuramente il paziente avrebbe avuto un destino molto diverso».

TRE ANGELI Partiamo dall’inizio, dalle 8.45 di un venerdì come tanti. Il centro commerciale ha appena aperto le porte, la gente comincia a prenderlo d’assalto. Tra i primi ci sono due signorotti di mezza età, uno di questi ha 52 anni, rumeno. Parlano, ridono, scherzano. Tutto va bene. Ma arrivati al reparto macelleria l’uomo sente una fitta al petto, fortissima. Perde i sensi e stramazza sul pavimento sotto gli occhi dell’amico. «Ci hanno chiamato immediatamente — racconta Marika Zanotti, 34 anni capo reparto ortofrutta e ieri mattina referente dell’emergenza sanitaria dell’iper insieme al collega Paolo Gabrielli, 47 anni manager marketing —, sul posto c’era già Cesare (Bottoni, guardia giurata Coopservice, ndr) alle prese con il massaggio cardiaco. Paolo è corso con il defibrillatore, quel signore era viola in volto, aveva perso i sensi. Gli abbiamo applicato lo strumento e dato una prima scarica elettrica». In quel momento il 52enne si riprende, apre gli occhi, ma respira a fatica. «Abbiamo continuato con il massaggio cardiaco — dice ancora Marika — e con una seconda scarica. Lui ci guardava e voleva alzarsi. Poi per fortuna sono arrivati i ragazzi del 118». Ora il paziente si trova ricoverato in Cardiologia al Sant’Anna, sta meglio e se non subentreranno complicazioni verrà dimesso tra pochi giorni. «La nostra paura più grande sul momento — aggiunge Paolo Gabrielli — era di non aver fatto bene quell’intervento. Quando i dottori ci hanno riferito che quel signore stava meglio per tutti noi è stato un sollievo».

CORSO I tre ‘laici’ soccorritori fanno parte delle circa 100 persone, dipendenti del centro commerciale, addestrate dal personale 118 al corso di rianimazione cardiopolmonare mirato all’uso del defibrillatore (defibrillazione precoce). Il tutto fa parte del progetto Tempo è vita, coordinato dal primario dell’Unità operativa di pronto soccorso del Sant’Anna, Maurizio Bigoni, e che ha come responsabile dell’area ferrarese il dottor Ruggero Osnato. «Ogni anno — dice quest’ultimo — abbiamo un arresto cardiaco ogni 1000 abitanti. Quello che hanno fatto oggi (ieri, ndr) queste tre persone è una cosa grandiosa e fondamentale perché servirà a dare un messaggio di fiducia a tutta la cittadinanza. Oggi morire per un disturbo elettrico, che può essere guarito con una sola scarica, è una cosa inconcepibile. Ci sono 5’ di tempo per consentire alla scarica di far ripartire il cuore e per questo è di primaria importanza avere un defibrillatore nelle vicinanze. Senza l’intervento immediato dei tre quel paziente avrebbe avuto un altissima percentuale di non farcela».

17 MACCHINE Sono 17 i defibrillatori distribuiti (grazie al contributo della Fondazione Carife) in città,tra le forze dell’ordine, le farmacie, i vigili del fuoco, l’ipercoop, quest’ultima tra le prime ad aderire al progetto. «Non c’è nulla di improvvisato — chiude Osnato —, dietro a tutto ciò c’è un’azienda sanitaria molto organizzata che durante l’evento sa esattamente cosa fare». E che oggi potrà contare ancora più su ‘sanitari’ esterni.


di NICOLA BIANCHI


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Chi salva un bambino... salva il mondo intero

Pubblicato da webmaster | 05:45




E' importantissimo conoscere non solo la rianimazione per adulti, ma anche quella pediatrica, perchè varia dal lattante fino al bambino quasi adulto. Molto interessante risulta questo sito perchè fornisce adeguate informazioni su come e dove formarsi al meglio per la RIANIMAZIONE PEDIATRICA

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PBLS che passione!


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IL DAE più facile da usare: LIFEPAK® CR Plus

Pubblicato da webmaster | 02:33




Se foste testimoni di un arresto cardiaco improvviso, vorreste sicuramente poter aiutare. Tuttavia, la rianimazione cardiopolmonare da sola non è sufficiente; la defibrillazione, infatti, rappresenta l’unica pratica efficace in caso di arresto cardiaco improvviso.

Medtronic, leader mondiale nella tecnologia medica ha sviluppato il defibrillatore LIFEPAK® CRPlus specificamente per i soccorritori non professionisti. Tale dispositivo è destinato ai soccorritori poco qualificati e con poca pratica ed è altresì adatto, grazie alle sue modalità d’uso intuitive, ai casi di pronto intervento in cui ogni secondo risulta prezioso. Con LIFEAPK® CRPlus tutti possono salvare vite: è semplice.


CRPlus offre la stessa qualità e tecnologica dei dispositivi della linea professionale LIFEPAK®, acquistati da tutti i servizi di pronto intervento del mondo. Con il suo design compatto, un peso piuma e la tecnologia bifasica ADAPTIV™, CRPlus soddisfa i requisiti di qualità e prestazione di tutti i prodotti LIFEPAK®.

CRPlus è disponibile nella versione automatica e semiautomatica. Nel caso della versione semiautomatica, è necessario aprire il dispositivo ed applicarvi gli elettrodi. L’apparecchio analizza la frequenza cardiaca, invitando l’utente a premere un tasto in caso di necessità di shock.

LIFEPAK® CRPlus è il primo DAE interamente automatico. Sul torace del paziente va applicato unicamente l’elettrodo adesivo; tutto il resto viene eseguito automaticamente dal CRPlus e il soccorritore può così concentrarsi sugli aspetti essenziali dell’intervento, quali la rianimazione cardiopolmonare.


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Una guida per la rianimazione cardiopolmonare

Pubblicato da webmaster | 13:02


Il nostro sistema sanitario e gli organi preposti dovrebbero, ma ancora non rispondono con la dovuta serietà, organizzare dei corsi dedicati alla POPOLAZIONE, che dia a TUTTI I CITTADINI le nozioni base per affrontare un corretto ed efficiente intervento nell'attesa dei soccorsi paramedici e medici del caso.

L'ARRESTO CARDIACO è uno dei casi in cui l'attesa del 118 senza attuare un primo soccorso adeguato e tempestivo riduce moltissimo la possibilità di recuperare le funzioni vitali della persona colpita da arresto cardiaco da parte dei soccorritori.

Dopo 4/5 minuti di arresto cardiorespiratorio cominciano i danni al cervello.
DOPO 10 MINUTI I DANNI AL CERVELLO SONO IRREVERSIBILI
Ecco perchè è importante che più gente possibile sia in grado di riconoscere un arresto cardiaco e sia in grado di iniziare immediatamente le manovre rianimatorie.

Vorrei ricordare che una persona con un arresto cardiaco è una persona che ha tutte le funzioni vitali già compromesse e che quindi STA MORENDO!

Va da sè, che il minimo che possiate fare è CERCARE DI RIPORTARLI IN VITA...

Cliccate qui per imparare nella teoria una Rianimazione Cardio polmonare.

PS: consiglio a tutte le persone di rivolgersi ad una delle pubbliche assistenze, o Croce Rossa o Protezione civile del vostro paese e farvi spiegare come si fa un massaggio cardiaco....A volte non è necessario essere medici o infermieri per salvare la vita a qualcuno.


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Si è svolto questa mattina il convegno nazionale “Conoscere per salvare. Le emergenze cardiache nel luogo di lavoro”, promosso da Rimincuore D, il percorso di prevenzione cardiologica dell’A.Usl di Rimini, guidato dal dottor Antonio Destro, col patrocinio di Regione Emilia Romagna, Provincia di Rimini, Conacuore, Ascor e Irc e con la sponsorizzazione della Gros Rimini che offre sede e buffet. Convegno puntato sull’opportunità di inserire defibrillatori automatici nei posti di lavoro al fine di intervenire celermente e salvare gli operatori in caso di scompenso cardiaco. Un opportunità che, nella realtà riminese, sarebbe ancor più significativa giacchè tra le attività lavorative vi sarebbero anche quelle turistiche, e in tal caso la presenza del defibrillatore sarebbe una sicurezza in più anche per i clienti.

I lavori (svoltosi al Gross di Rimini che ha offerto la propria ospitalità all’evento) si sono aperti coi saluti del Direttore Generale dell’A.Usl di Rimini Marcello Tonini, del dottor Ferdinando Rossi (Presidente dell’Ascor) e delle autorità locali, tra cui il consigliere regionale Roberto Piva (commissione Sanità dell’assemblea legislativa dell’Emilia Romagna). Quindi l’introduzione del dottor Antonio Destro, il responsabile del programma di defibrillazione precoce riminese. Hanno partecipato, tra gli altri, il dottor Bruno Papaleo (Dipartimento Medicina del Lavoro dell’Ispesl), il dottor Giancarlo Piovaccari (Direttore del Dipartimento di Malattie Cardiovascolari dell’A.Usl di Rimini), il dottor Amedeo Corsi (Primario del 118-Rianimazione dell’A.Usl di Rimini), la dottoressa Giovanna Cangiano (Dipartimento Medicina del Lavoro dell’Ispesl), il dottor Francesco Toni (Direttore del Dipartimento di Salute Pubblica dell’A.Usl), il dottor Loris Fabbri (direttore dell’Unità Operativa Medicina del Lavoro dell’A.Usl di Rimini), i vertici dell’amministrazione comunale, dell’Inail e delle associazioni di categoria.

Nel pomeriggio si è svolto un corso di Blsd (primo soccorso cardiologico) per 40 iscritti. Nel corso, gratuito, si insegna a riconoscere le situazioni di emergenza cardiaca, a dare correttamente l’allarme, a praticare le prime manovre di soccorso, e ad usare correttamente il defibrillatore semiautomatico Dae. Al termine i partecipanti riceveranno un tesserino dell’A.Usl di Rimini che abilita all’utilizzo del defibrillatore semiautomatico.


A queste ultime il dottor Destro ha rivolto un caldo invito a prendere in seria considerazione l’ipotesi di farsi parte diligente, presso i propri associati, rispetto all’aquisizione di defibrillatori e alla formazione di personale per il loro utilizzo: “Si tratta di una spesa ormai bassa – ha spiegato il medico riminese – e potrebbe essere davvero utile per salvare una vita. Di un dipendente o magari, in caso di attività turistica, di un cliente. In varie realtà turistiche questo accade già. A Rimini forse si potrebbe fare un po’ di più”. Il convegno di stamane aveva, tra l’altro, anche lo scopo di sensibilizzare le parti sociali rispetto a tale ipotesi. Anche perché, è emerso nel corso dei lavori, eventuali normative che prevedano in maniera stringente la dotazione di defibrillatori è in discussione in Parlamento e gli esperti non prevedono tempi brevissimi.

“A onor del vero – ha detto Destro – vi sono ditte che già dispongono di questi dispositivi, e soprattutto di personale abilitato ma sono poche. Noi puntiamo a fare corsi nelle scuole, perché ci piacerebbe che tutte le persone, quando escono dalla scuola, siano in grado di utilizzare il defibrillatore. Per questo ringraziamo l’associazione Ascor che ha recentemente regalato, ad un istituto superiore riminese, il materiale necessario, tra cui manichini, per formare gli studenti. Un plauso anche al Comune che ha disposto defibrillatori in tutte le strutture sportive di sua competenza”.

Il dottor Piovaccari ha sottolineato in particolare che la capillarizzazione della presenza di defibrillatori sul territorio, e di persone abilitate ad usarli, è davvero fondamentale per intervenire in quei primi cinque minuti che consentono al ripresa completa della persona infartuata; anche perché difficilmente le ambulanze, per forza di cose, riescono ad arrivare entro quei primi cinque minuti.
A cura di newsrimini.it


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L'ipotermia come 5° anello nella BLSD

Pubblicato da webmaster | 07:36


isogna dar tempo ai reparti di medicina d'urgenza di dotarsi dell'attrezzatura che occorre, ma quando l'avranno acquisita, le persone che si riprendono da un arresto cardiaco avranno una prognosi migliore di quella odierna. E' stato dimostrato, infatti, che se i risuscitati vengono sottoposti a raffreddamento per alcune ore, il loro cervello può essere preservato dai danni che seguono l'arresto del cuore. Vale a dire che l'ipotermia riduce il rischio che questi pazienti debbano sopravvivere gravemente neurolesi. L'idea non è nuova, soprattutto a livello sperimentale, ma è stata di recente verificata da due studi clinici condotti ai due estremi del globo: in Europa e in Australia.

Le statistiche documentano che ogni anno in Europa sono 375.000 le persone colpite da arresto improvviso dell'attività cardiaca, generalmente per fibrillazione ventricolare. Una parte di costoro (la percentuale varia da meno del 5 al 35 per cento a seconda delle circostanze in cui si verifica l'arresto) viene rapidamente rianimata. A ripresa stabilizzata, peraltro, si constata spesso che i salvati hanno subito danni cerebrali irreversibili. Complessivamente, il 10-30 per cento di coloro che sopravvivono rimane gravemente invalidato.

In passato si pensava che i danni fossero provocati direttamente dall'anossia. Più tardi si è capito che questa non uccide così rapidamente le cellule cerebrali, ma ne altera i meccanismi funzionali, riducendone l'efficienza. Sicché, appena la perfusione si ristabilisce, il metabolismo cellulare si riattiva in maniera anormale tanto da sortire effetti catastrofici: è nelle ore e nei giorni che seguono l'arresto che le cellule vanno in necrosi. Ciò avviene attraverso una serie di passaggi potenzialmente reversibili: spostamento degli ioni calcio da uno all'altro compartimento cellulare, perossidazione dei lipidi e altre reazioni che coinvolgono i radicali liberi, fenomeni di citotossicità, alterazioni del DNA e infiammazione.

Nessun farmaco si è rivelato capace di fermare questo deterioramento progressivo; il quale, viceversa, può essere contrastato da un abbassamento della temperatura tale da rallentare le attività metaboliche (può fornire un ordine di grandezza la nozione che ogni grado centigrado in meno rallenta il metabolismo dell'otto per cento). I primi studi sull'ipotermia risalgono a molti anni fa, quando i primi cardiochirurghi andarono alla ricerca di un sistema per fermare il cuore, ma poi vennero accantonati per due o tre decenni. All'inizio degli anni novanta furono ripresi da Peter Safar, dell'Università di Pittsburgh, che studiò a fondo, in modelli animali, le reazioni dell'organismo all'abbassamento della temperatura. Vide innanzitutto che il raffreddamento deve essere instaurato lentamente, per non evocare brividi, termogenesi e scariche di catecolamine; deve essere contenuto entro limiti precisi, per non indurre aritmie ovvero coagulopatia e infezioni devastanti.

Safar elaborò uno schema operativo per raffreddare il corpo a 33-36°C che sperimentò nel cane. La sua terapia ipotermica permetteva di superare un arresto circolatorio completo di 10-12 minuti, seguito da riperfusione: al termine del trattamento, il cervello funzionava normalmente e appariva perfetto all'esame istologico. Gli esiti del trattamento ipotermico sono stati successivamente verificati, sempre in laboratorio, anche sulle cellule dell'ippocampo, sensibilissime all'ipossia.

Fino a oggi gli studi clinici nell'uomo sono stati per lo più retrospettivi e non controllati. Ma lo scorso febbraio il New England Journal of Medicine ha pubblicato due studi randomizzati e controllati che hanno valutato gli effetti del trattamento ipotermico sugli esiti neurologici, sulla mortalità e sulle complicanze dell'arresto cardiaco. Gli autori: Stephen Bernard dell'Ospedale di Dandenong e i suoi colleghi australiani e Michael Holzer della Universitätklinik für Notfallmedizin di Vienna e i collaboratori del Hypothermia after Cardiac Arrest Study Group, appartenenti a cinque diversi paesi europei.

I primi hanno sottoposto a ipotermia (33°C) la metà di 77 pazienti che erano stati colpiti da arresto cardiaco per la strada e che, dopo defibrillazione, erano rimasti in coma. I secondi hanno trattato con ipotermia (32-34°C) la metà di 136 soggetti che si erano ripresi da un arresto cardiaco protratto (in media per 21 minuti). In entrambi gli studi, l'altra metà dei pazienti è stata trattata come d'uso, in ambiente normotermico. Al termine del ricovero ospedaliero è sopravvissuto senza gravi deficit neurologici il 49 per cento degli ipotermizzati australiani e il 56 per cento di quelli europei, in contrasto con il 26 e il 39 per cento dei rispettivi controlli. Si deve aggiungere che a distanza di 6 mesi, fra gli europei è risultato vivo il 59 per cento dei trattati contro il 45 per cento dei controlli e che i primi non hanno riportato complicazioni a causa del raffreddamento.

L'ipotermia ha dunque dato importanti vantaggi in ambedue gli studi, che pure sono stati condotti secondo procedure differenti: previa curarizzazione (per evitare i brividi), i pazienti sono stati raffreddati con applicazione di ghiaccio da Bernard e con getti d'aria fredda da Holzer; il primo ha poi protratto l'ipotermia per 12 ore, il secondo per 24; nel gruppo australiano il processo di raffreddamento è stato iniziato 30 minuti (valore mediano) dopo la ripresa del battito ed è stato protratto per circa tre ore, nel gruppo europeo è stato instaurato dopo 105 minuti e prolungato per otto ore. Se ne deduce che il raffreddamento deve essere iniziato appena possibile, ma funziona anche se è relativamente tardivo e se impiega più tempo a raggiungere il valore desiderato.

Secondo gli autori la sperimentazione clinica della terapia ipotermica potrebbe essere effettuata non solo in caso di arresto cardiaco, ma anche in molte altre condizioni: ictus ischemico, lesioni traumatiche del cervello e del midollo, shock emorragico e, forse, nello shock settico e nell'infarto miocardico.

Massimo Obbiassi


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Storia della Defibrillazione

Pubblicato da webmaster | 09:33


Le basi della stimolazione elettrica del cuore sono fatte risalire a Luigi Galvani che con
i suoi esperimenti aveva appena scoperto la corrente continua. Seguendo le sue orme il
nipote Giovanni Aldini nel 1794 effettuò un esperimento: inumidì con acqua salata le
orecchie della testa di un soggetto appena decapitato e le collegò con due fili metallici,
uno all'estremo superiore di una "pila pensile" di sua invenzione, l'altro con la base;
improvvisamente tutti i muscoli di quella testa cominciarono a muoversi. L'idea che gli
balenò fu che con quel metodo sarebbe stato possibile "far rivivere un morto". Aldini
condusse allora una serie di esperimenti su cani e gatti affogati, inserendo un elettrodo
nell'ano e uno nella glottide o sull'orecchio e sulla lingua. Incoraggiato dalla positività di
tali esperimenti, decise di provare ad applicare gli elettrodi direttamente sul miocardio di
un decapitato, ma il risultato fu negativo e così per un po' interruppe ogni ulteriore
esperimento.
Tentativi analoghi furono ripresi successivamente dall’austriaco J.P.Franck, dal
tedesco K.Sprengel e dall’italiano A.N. Vassalli il quale, avendo ottenuto contrazioni
cardiache con il passaggio di una corrente galvanica da un elettrodo applicato sulla
superficie del cuore ad un altro applicato in corrispondenza del bulbo, giunse alla
conclusione che “con l’ausilio dell’elettricità si possono ottenere effetti portentosi
liberando dalla tomba persone che per un caso accidentale presentano sospese le
funzioni vitali”.
Conferma definitiva della metodica si ebbe con V. Zadba, dell’Università di Praga, che
su 51 interventi eseguiti con il metodo della stimolazione elettrica su persone “decedute”
per asfissia, ne resuscitò ben 31. Galvanodesmo fu chiamato il primo apparecchio di
rianimazione inventato verso la fine del ‘700 da C. von Struve, che consigliava di
posizionare un elettrodo nell’intestino retto e l’altro o in laringe o nel naso, concludendo
che “l’insensibilità alla elettricità è da ritenersi segno patognomonico di completo
esaurimento della forza vitale”.
Un ulteriore passo avanti fu compiuto nel 1806 da G. Tortosa che su invito dell’Ufficio
di Sanità del Dipartimento del Bacchiglione compilò un “Promemoria a servire di pubblica
istruzione sopra i soccorsi da prestarsi agli annegati”. Il Tortosa conclude il rapporto
affermando che “il galvanismo è un mezzo energetico per rianimare questi soggetti, e che
la corrente va applicata direttamente sul torace facendole assumere andamento
trasversale: dalla clavicola destra alla regione dell’ictus cardiaco”.
Nel 1857 H. von Ziemssen condusse una serie di esperimenti al termine dei quali
decretò che il metodo migliore per riattivare un cuore in arresto era quello di infiggere
direttamente nel cuore elettrodi ad ago di acciaio, attraverso i quali far passare una
corrente di almeno 50 elementi. E con questo metodo l’americano W.W. Hayle riuscì a
rianimare un soggetto in arresto cardiaco stimolando direttamente il “fascio di His”. Nel
ventennio successivo che si mise in evidenza il valore della stimolazione elettrica del
cuore non solo come mezzo di rianimazione, specie durante gli arresti dell’attività
cardiaca nel corso di interventi chirurgici, ma anche dell’effetto defibrillante della corrente
continua o alternata in caso di fibrillazione ventricolare.


Il concetto che si potesse defibrillare il cuore nasce alla fine del secolo scorso, nel
1899, dalla osservazione di Prevost e Battelli che scariche elettriche a corrente diretta o
alternata applicate direttamente sulla superficie del cuore di cani erano in grado di
interrompere una fibrillazione ventricolare. Il lavoro di Prevost e Battelli fu lungamente
ignorato e solo dopo molti anni si arrivò ad un utilizzo clinico della metodica. Così negli
anni '30 i ricercatori della Rockfeller Fundation stabilirono che i migliori effetti della
defibrillazione si ottenevano adoperando una scarica di 50/60 periodi al secondo di 200-
250 volts sulla superficie del torace, o di 75 volts a torace aperto, mantenendo chiuso il
circuito per 50 millesimi di secondo. Così nel 1947 Beck e coll. descrissero la prima
fibrillazione ventricolare nell'uomo interrotta dallo shock elettrico, aprendo la strada allo
sviluppo dei defibrillatori a torace aperto.
Tuttavia questa tecnica implicava l’immediata esecuzione di una toracotomia che, in
assenza di rianimazione cardio-polmonare, richiedeva virtualmente che la fibrillazione
ventricolare avvenisse in sala operatoria, o almeno in ospedale, in modo da poter essere
interrotta sufficientemente in fretta ai fini della sopravvivenza del paziente. Curiosamente
l’impeto per la defibrillazione transtoracica nacque in gran parte dalle compagnie
elettriche e teleferiche, i cui dipendenti morivano nel corso del loro lavoro per
elettrocuzione.
Nel 1957 Zoll e coll. descrissero la prima defibrillazione transtoracica per mezzo di
corrente alternata nell'uomo, anche se taluni riportano una notizia, non confermata, di un
primo uso clinico della defibrillazione in Russia, già nel 1952.
Nel 1962 Lown introdusse nella pratica clinica la defibrillazione transtoracica a
corrente diretta e sincronizzata. Con l’avvento della rianimazione cardiopolmonare e delle
unità coronariche apparve sempre più chiaro che la fibrillazione ventricolare è una causa
maggiore di morte cardiaca improvvisa e che la mortalità dell’infarto miocardico acuto
poteva essere drasticamente ridotta con la defibrillazione cardiaca.
Fonte


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