L’European Resuscitation Council ha reso note oggi le nuove Linee Guida Europee sulla rianimazione cardiorespiratoria. “In Italia potremmo salvare 40 mila vite se tutti, operatori sanitari e laici, saranno coscienti di questi principi e potranno applicarli in caso di necessità”.


Circa 500 mila persone sono vittime di arresto cardiaco ogni anno in Europa.
E paradossalmente, è estremamente facile aiutare tutti quei cuori che quasi sempre sono troppo giovani per morire. La rianimazione cardiorespiratoria, cioè il massaggio cardiaco esterno e le ventilazioni di soccorso, effettuata da chiunque sia testimone di un arresto cardiaco, incrementa la percentuale di sopravvivenza di 2-3 volte. Nonostante ciò, essa viene effettuata soltanto in 1 caso su 5 arresti cardiaci extra ospedalieri.
Aumentando questa percentuale di interventi ogni anno si potrebbero salvare 100 mila vite in Europa.
Le nuove linee guida Europee, diffuse oggi dallo European Resuscitation Council (ERC), aiuteranno a raggiungere questo obiettivo.
Le nuove linee guida ERC, diffuse in Italia in modo esclusivo da Italian Resuscitation Council (IRC), sono basate sulle più recenti evidenze scientifiche emerse da revisioni sistematiche della letteratura internazionale degli ultimi 5 anni.
Il messaggio per tutti, sanitari e non sanitari, è chiaro e forte: “Se la vittima non reagisce e non risponde, iniziare immediatamente il massaggio cardiaco esterno comprimendo il torace con forza e velocemente: almeno 5 centimetri di compressione per almeno 100 volte al minuto”, ha spiegato Alessandro Barelli, del Dipartimento Emergenza Accettazione del Policlinico Gemelli di Roma, Presidente di Italian Resuscitation Council e Presidente del Centro Europeo per la Medicina delle Catastrofi di San Marino. “Il massaggio cardiaco precoce e non interrotto è il fattore chiave di una buona rianimazione cardiorespiratoria”, ha aggiunto Barelli. “Chiunque, inclusi i bambini, sono in grado di farlo. È una procedura semplice e sicura e aumenta in modo significativo la sopravvivenza. Coloro che sono stati addestrati e che vogliono farlo, possono associare al massaggio cardiaco la respirazione bocca a bocca con un rapporto compressioni/ventilazioni di 30/2”.
“In ogni caso il massaggio cardiaco è fondamentale e deve essere effettuato anche senza ventilazioni di soccorso”, ha proseguito Barelli. “Senza massaggio cardiaco il cervello di una persona in arresto cardiaco va incontro a danni irreversibili già dopo 5 minuti dalla perdita di coscienza”.
“Numerosi studi sulla efficacia delle procedure rianimative sono stati valutati per la stesura delle nuove linee guida ERC 2010 prestando particolare attenzione alla qualità e al livello delle evidenze scientifiche”, ha spiega Sandro Petrolati, del Dipartimento Medicina Cardiovascolare dell’Ospedale San Camillo di Roma, Segretario di Italian Resuscitation Council. “Un altro aspetto fondamentale, oltre al massaggio cardiaco esterno, è l’uso precoce dei defibrillatori automatici esterni (DAE) che sono collocati anche in Italia in molti luoghi pubblici.”
“Le nuove linee guida raccomandano l’uso dei DAE”, ha proseguito Petrolati. “Sono facili da usare e semplici comandi vocali assistono l’utilizzatore in tutte le fasi del processo garantendone la completa sicurezza. La defibrillazione precoce, insieme al massaggio cardiaco, è un fattore prioritario per aumentare la sopravvivenza dopo arresto cardiaco“.
Infine le linee guida ERC 2010 confermano l’importanza dell’ipotermia terapeutica nel trattamento intensivo dei pazienti sopravissuti ad arresto cardiaco. Si tratta di raffreddare il paziente portandolo a 32-34° C per 12-24 ore con mezzi sicuri e facili da utilizzare come semplici sacchetti di ghiaccio. L’ipotermia terapeutica dopo arresto cardiaco aumenta la possibilità di un buon recupero neurologico del paziente.
In sintesi, le nuove linee guida raccomandano massaggio cardiaco immediato ed energico, defibrillazione precoce e raffreddamento post-arresto. “Se tutti, operatori sanitari e persone qualsiasi, saranno coscienti di questi principi e potranno applicarli in caso di necessità potremo salvare 40.000 vite l’anno in Italia”, ha concluso Barelli.

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