Si è svolto questa mattina il convegno nazionale “Conoscere per salvare. Le emergenze cardiache nel luogo di lavoro”, promosso da Rimincuore D, il percorso di prevenzione cardiologica dell’A.Usl di Rimini, guidato dal dottor Antonio Destro, col patrocinio di Regione Emilia Romagna, Provincia di Rimini, Conacuore, Ascor e Irc e con la sponsorizzazione della Gros Rimini che offre sede e buffet. Convegno puntato sull’opportunità di inserire defibrillatori automatici nei posti di lavoro al fine di intervenire celermente e salvare gli operatori in caso di scompenso cardiaco. Un opportunità che, nella realtà riminese, sarebbe ancor più significativa giacchè tra le attività lavorative vi sarebbero anche quelle turistiche, e in tal caso la presenza del defibrillatore sarebbe una sicurezza in più anche per i clienti.

I lavori (svoltosi al Gross di Rimini che ha offerto la propria ospitalità all’evento) si sono aperti coi saluti del Direttore Generale dell’A.Usl di Rimini Marcello Tonini, del dottor Ferdinando Rossi (Presidente dell’Ascor) e delle autorità locali, tra cui il consigliere regionale Roberto Piva (commissione Sanità dell’assemblea legislativa dell’Emilia Romagna). Quindi l’introduzione del dottor Antonio Destro, il responsabile del programma di defibrillazione precoce riminese. Hanno partecipato, tra gli altri, il dottor Bruno Papaleo (Dipartimento Medicina del Lavoro dell’Ispesl), il dottor Giancarlo Piovaccari (Direttore del Dipartimento di Malattie Cardiovascolari dell’A.Usl di Rimini), il dottor Amedeo Corsi (Primario del 118-Rianimazione dell’A.Usl di Rimini), la dottoressa Giovanna Cangiano (Dipartimento Medicina del Lavoro dell’Ispesl), il dottor Francesco Toni (Direttore del Dipartimento di Salute Pubblica dell’A.Usl), il dottor Loris Fabbri (direttore dell’Unità Operativa Medicina del Lavoro dell’A.Usl di Rimini), i vertici dell’amministrazione comunale, dell’Inail e delle associazioni di categoria.

Nel pomeriggio si è svolto un corso di Blsd (primo soccorso cardiologico) per 40 iscritti. Nel corso, gratuito, si insegna a riconoscere le situazioni di emergenza cardiaca, a dare correttamente l’allarme, a praticare le prime manovre di soccorso, e ad usare correttamente il defibrillatore semiautomatico Dae. Al termine i partecipanti riceveranno un tesserino dell’A.Usl di Rimini che abilita all’utilizzo del defibrillatore semiautomatico.


A queste ultime il dottor Destro ha rivolto un caldo invito a prendere in seria considerazione l’ipotesi di farsi parte diligente, presso i propri associati, rispetto all’aquisizione di defibrillatori e alla formazione di personale per il loro utilizzo: “Si tratta di una spesa ormai bassa – ha spiegato il medico riminese – e potrebbe essere davvero utile per salvare una vita. Di un dipendente o magari, in caso di attività turistica, di un cliente. In varie realtà turistiche questo accade già. A Rimini forse si potrebbe fare un po’ di più”. Il convegno di stamane aveva, tra l’altro, anche lo scopo di sensibilizzare le parti sociali rispetto a tale ipotesi. Anche perché, è emerso nel corso dei lavori, eventuali normative che prevedano in maniera stringente la dotazione di defibrillatori è in discussione in Parlamento e gli esperti non prevedono tempi brevissimi.

“A onor del vero – ha detto Destro – vi sono ditte che già dispongono di questi dispositivi, e soprattutto di personale abilitato ma sono poche. Noi puntiamo a fare corsi nelle scuole, perché ci piacerebbe che tutte le persone, quando escono dalla scuola, siano in grado di utilizzare il defibrillatore. Per questo ringraziamo l’associazione Ascor che ha recentemente regalato, ad un istituto superiore riminese, il materiale necessario, tra cui manichini, per formare gli studenti. Un plauso anche al Comune che ha disposto defibrillatori in tutte le strutture sportive di sua competenza”.

Il dottor Piovaccari ha sottolineato in particolare che la capillarizzazione della presenza di defibrillatori sul territorio, e di persone abilitate ad usarli, è davvero fondamentale per intervenire in quei primi cinque minuti che consentono al ripresa completa della persona infartuata; anche perché difficilmente le ambulanze, per forza di cose, riescono ad arrivare entro quei primi cinque minuti.
A cura di newsrimini.it


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